giovedì 8 dicembre 2022

Albero di Natale in sessanta secondi

Ogni anno quando arriva il giorno dell'Immacolata penso sempre a mia nonna. Mia nonna non era quel genere di vecchina tutta rughe e tenerezze, era più simile ad un sergente dei Marines sopravvissuto alla guerra in Vietnam. Alta quasi due metri, quando camminava faceva tremare talmente la soletta che la rilevavano i sismografi dell'INGV. L'otto dicembre era il giorno in cui si doveva fare l'albero e tutti noi teneri nipotini ci attorniaviamo a lei per far sì che ancora una volta si perpetrasse il rito, la magia. Era un momento che noi piccoli delinquenti aspettavamo con ardore, il momento in cui lei tirava fuori da un enorme sacco della spazzatura l'albero già decorato l'anno precedente. In sostanza lei non lo disfaceva mai: arrivati al sette gennaio lo prendeva per come era, staccava la spina delle  luci "accendispegni" e lo rificcava  in un enorme sacco nero arrocandolo sopra l'armadio fino all'anno successivo. Questo autentico abete di puro pvc,  alto appena un metro,  non aveva nemmeno il piede di sostegno, tant'è che lo aveva piantato  dentro un vaso di coccio pieno di terra morta. Complessivamente pesava 300 kg.  Le palline  erano praticamente incatenate alle fibre dei rami come relitti del Titanic e le luci per metà fulminate sembravano l'insegna rotta di un bar nel Bronx. Avrebbe potuto prendere fuoco da un momento all'altro.  Ricordo come fosse ieri il momento in cui lei sfilava l'albero dal sacco come un coniglio dal cappello e lo appoggiava sul mobile del salotto con consapevole orgoglio.  Ogni tanto pendeva e lei lo raddrizzava come nulla fosse, per poi cedere definitivamente fermato solo dal muro.  Mio padre lo ribattezzò "l'albero di Pisa".  
Questa mattina mio figlio mi ha chiesto di preparare l'albero e attualmente continua a chiedermelo a ripetizione attuando l'infallibile tecnica  dello sfinimento. Gli ho appena detto che lo faremo, mentre nel frattempo sto cercando su Amazon  un sacco nero di un metro e ottanta per due. Dal Vietnam è tutto.

giovedì 1 dicembre 2022

Splendido splendente


Nei reel consigliati  su Fb spesso mi compaiono  tutorial su come detergere perfettamente i capitelli della credenza rococò, su come posizionare in modo carino il plaid sul letto, su come disinfettare il pavimento uccidendo ad uno uno i batteri chiamandoli per nome. Questi video sono fatti al 99% da donne che passano gran parte del tempo in casa a riprendersi mentre passano il mocio mostrando il loro lucido mobilio, la loro luccicante prigione. Queste donne vorrei abbracciarle tutte, vorrei dirgli: "Ehi, esci da quella casa! Se hai del tempo libero gioca di più con tuo figlio o col tuo compagno a cui non frega un cazzo se le fughe del gabinetto hanno il calcare!". Vorrei dirgli di abituarsi al sano disordine, di leggere un libro, di spegnere la televisione, di smettere di pensare che la casa le rappresenti, perché l' ossessione per le briciole non gli permette di prendere a morsi la vita. E che, se domani moriste all' improvviso, l'ultima cosa che avrete fatto prima di chiudere gli occhi per sempre sarà stata raschiare l'incrostazione di formaggio carbonizzato dal piano cottura.