mercoledì 14 ottobre 2020

Non lo faccio più

fancool

Sono stata richiamata più volte per episodi di violenza, spaccio di giocattoli da casa, turpiloquio.

"Mi sono difeso dal gormita del ghiaccio, la pistola mi è caduta nello zaino, mamma non lo dico mai più "cazzo", te lo prometto".
Mio figlio ha tre anni e mezzo, pesa appena 15 chili e frequenta la materna. Quando succede, la maestra mi aspetta sull'uscio col piccolo mostro affianco, lo capisco mentre mi avvicino al metro di distanza consentito: vediamo cosa ha combinato oggi. Percorro lentamente l'atrio e nel frattempo sento salire lungo la schiena un brivido di vergogna, mentre già lo fulmino con lo sguardo che sembro Clark Kent. Mi domando come sia possibile, a casa queste cose non le fa ovviamente.

Facciamo il percorso di ritorno a casa in silenzio punitivo, lui prova a chiedermi se possiamo comprare questo o quello ed io continuo a voltarmi verso di lui a intervalli regolari:  lo fisso muta, sfruttando il super potere dei raggi laser della kryptonite rossa che mi  escono dagli occhi. 
Il resto della giornata ha come leitmotiv un predicozzo su quanto le regole siano importanti, che le maestre hanno sempre ragione e che la violenza non è mai la soluzione. Ogni tanto  mi viene da ridere, non sono un buon esempio, almeno per le parolacce.

Poi una sera di queste gli metto il pigiama, lui cerca di fare captatio benevolentiae:

"Mami, cosa c'è scritto sulla mia maglia?"
"Cool!"
Si guarda il petto, mi guarda con gli occhi sgranati, attimo di silenzio:
"Ma', ma davvero mi hai comprato una maglietta con scritto CUL?"

Buonanotte Silvano, domani a scuola viene a prenderti papà.


venerdì 2 ottobre 2020

La festa dei nonni

Ho scoperto che è la festa dei nonni grazie ad un lavoretto osceno, un biglietto disgraziato, fatto da mio figlio alla materna. 
"Nonni I love U" c'era scritto. Mi sono riaffiorati un sacco di ricordi.
Perché sono tutti fantastici i nonni, e lo sono stati, lasciando in voi ricordi indelebili.
Come mio nonno paterno, un tesoro. Si sposò per la terza volta a 83 anni, lei ne aveva 50. Chissà cosa non aveva capito delle precedenti due, mi domando sempre. Eterno vedovo con le innumerevoli amanti, assente egregio con figli e nipoti. Scoprii della sua esistenza, che era vivo insomma, quando avevo 12 anni. 
Ricordo ancora quando mio padre me lo annunciò: 
"Domani ti porto da nonno, mio padre"
"Ma non era morto?"
"Sì, ma è resuscitato" mi disse con lo sguardo intimidatorio di chi non vuole fatte altre domande.
E pure il Peggio doveva ancora venire: qualche settimana venne a vivere da noi per un periodo piuttosto lungo. Fu uno stillicidio. Mio fratello, uno dei miei tre fratelli, lo chiamava "la mummia", per farvi capire l'atmosfera. Un inferno fatto di "perchè non te ne torni da dove sei venuto" e recriminazioni violente. A tavola pur di non vederlo in faccia, innalzavamo mura di centrotavola e bottiglie, mentre mia madre arbitrava cene e pranzi da incubo, in cui l'aria talmente pesante si poteva affettare col seghetto. Poi ritrovò moglie, o meglio gliene trovò una mio padre, e se ne andò via sparendo di nuovo nel nulla. Nessuno si disperò.
Un uomo fantastico da seguire come esempio in Purgatorio. Morì nel 1999.
Ciao nonno, adesso insegna agli angeli a barare a briscola.