Le immagini e l'audio non lasciano spazio ad alcuna interpretazione: il siparietto è disgustoso. Ma la cosa più disgustosa è quel "non te la prendere" della cariatide in studio, più dell'esecrabile gesto del microcefalo che ha pensato bene di dare la pacca sul sedere a Greta Beccaglia. Nondimeno avrei voluto assistere alla pronta reazione del cameraman che come minimo avrebbe dovuto inseguirlo per dargli un colpo di microfono in testa.
Però, Gretina cara, cosa ti aspetti da quel mondo lì?
Empoli-Fiorentina non è un buon posto dove esercitare i propri diritti di genere.
E' il rischio del mestiere, l'esito di anni di Mediaset, di programmi televisivi come Drive in o di uno show qualsiasi presentato da Pippo Franco, di film con Massimo Boldi, di cinepanettoni che sbancano al botteghino e di questa svilente cultura del nulla trasmessa da trent'anni a tutte le ore. Non che ci sia un sillogismo perfetto, ma non tutti hanno gli strumenti educativi, mentali e sopratutto evolutivi che gli consentono di capire che quello che fa Gerry Calà non si può fare senza consenso.
Provo un profondo senso di avvilimento, non come donna, ma come essere umano, perchè purtoppo c'era da aspettarselo lì e altrove in questo mondo de-genere.
Perciò, cara Greta, non te la prendere, augurati solo che il fenomeno che ti ha dato la pacca abbia una moglie, sarà più efficiente di qualsiasi tribunale.