venerdì 29 novembre 2013
giovedì 28 novembre 2013
Berlusconi come D'Annunzio: decadente
Berlusconi è decaduto,ma non deceduto, triste e amareggiato si lascia consolare dalla sua fidanzata fatta di saratoga.
Per lui un minuto di silenzio, mi pare sufficiente,invece: ne vogliamo parlare del primo dei non eletti in Molise che prenderà il posto di Silvio in Parlamento?
Si sarà congratulato col cavaliere? Ha stappato lo spumante? Ha pianto di commozione?
Sta di fatto che si chiama Ulisse ed è già approdato in Senato. Un nome che calza a pennello per questa Odissea nazionale.
Per lui un minuto di silenzio, mi pare sufficiente,invece: ne vogliamo parlare del primo dei non eletti in Molise che prenderà il posto di Silvio in Parlamento?
Si sarà congratulato col cavaliere? Ha stappato lo spumante? Ha pianto di commozione?
Sta di fatto che si chiama Ulisse ed è già approdato in Senato. Un nome che calza a pennello per questa Odissea nazionale.
domenica 24 novembre 2013
L’Europa è fallita andiamo in pace
E’ di ieri la notizia di un Berlusconi che in segreto, avrebbe avviato le trattative a Bruxelles per uscire dall’Euro, dalla moneta unica. Si riapre così la discussione su quanto effettivamente questa Europa sia più un danno che un vantaggio per noi Italiani.
Il fallimento dell’Europa unita era già noto ai fondatori che già negli anni di rodaggio ebbero i primi problemi di convivenza. L’UE sorge sul pilastro di quella che era la CEE – classe 1957- ovvero la comunità economica europea che , come dice l’acronimo stesso, si proponeva di condividere, innanzi tutto, gli aspetti economici degli Stati, in un secondo momento quelli politici (cosa teoricamente avvenuta nel 1992 col trattato di Maastricht).
Unione economica
Avete mai provato a mettere una mela marcia dentro a un cesto di mele buone? Succede, ve lo dico io, che anche le mele buone diventeranno marce. Questo è quello che è accaduto affiancando paesi di medio e basso sviluppo a quelli che in effetti godevano di un’economia stabile. All’inizio gli Stati erano 8,oggi 28; nel quale confluiscono nazioni che a mala pena godono dei diritti civili primari (Romania, Repubblica Ceca ad esempio)
L’altro giorno, guardando una vecchia enciclopedia Rizzoli che ho in casa, edita intorno agli anni ottanta alla voce Italia c’é così scritto: “Nazione europea, quarta tra le potenze economiche mondiali”. Negli stessi anni, a onor di memoria, una nazione come la “magnificente”Germania si inventava un bel muro per dividere la nazione, come se si trattasse di una bega condominiale. Un muro di cemento a Berlino. La stessa Germania che non ha ancora finito di pagare i risarcimenti della seconda Grande Guerra e ci tiene stretti per i “paesi bassi”.
Unità politica
E’ da più di 13 anni che ai piani alti di Bruxelles si discute di una Costituzione Europea, ovvero di un nucleo unico di norme applicabili indistintamente in tutte le nazioni dell’Unione. Diritti umani, basilari, quelli attinenti alla dignità umana, affari chiari a qualsiasi società civile moderna.
Leggi uguali per 28 paesi diversi. Una follia. Il motivo per cui non siano riusciti ancora a venirne a capo è abbastanza ovvio. Pensate ad una famiglia con dei figli, pensate di metterli d’accordo sul dove andare in vacanza. Ecco, ora immaginate cosa accade ai singoli Stati con una forma di governo propria, un’identità, un proprio percorso secolare socio-culturale quando gli si chiede di cedere parti di sé per un compromesso legislativo. Il dominio riservato , la famosa domestic jurisdiction, può essere oggetto di trattativa? Forse sì, a vantaggio di enormi interessi economici e di un benessere generale tale da sovrastare qualsiasi altra perdita, come dire “piangere con un occhio”. Una nazione con PIL rasoterra, messo che il PIL sia rappresentativo della ricchezza reale di un paese, per chi? A nome di cosa? Dei vantaggi di chi?
Poi arriviamo in Italia le cui problematiche non sono solo nazionali, ma soprattutto regionali, tra Nord e Sud, è uno Stato a due velocità; figuriamoci quando un’economia come questa viene inserita nel marasma di altri 27 paesi che a loro volta hanno situazioni economicamente diverse all’interno dei propri confini nazionali.
Pensare di cavare il ragno fuori dal buco con queste premesse è fantascienza. Uscire dall’Euro, al di là di quanto rode alla BCE, non è un’idea assolutamente priva di fondamenta. I primi periodi sarebbero certamente di crisi, ma come in tutti i cicli economici, ad un periodo di depressione succede un altro di boom economico. Rischiare o scavare il fondo? Di questo passo possiamo solo parlare di nEuro-zona: o affonda tutta la nave o si salvi chi può.
Il fallimento dell’Europa unita era già noto ai fondatori che già negli anni di rodaggio ebbero i primi problemi di convivenza. L’UE sorge sul pilastro di quella che era la CEE – classe 1957- ovvero la comunità economica europea che , come dice l’acronimo stesso, si proponeva di condividere, innanzi tutto, gli aspetti economici degli Stati, in un secondo momento quelli politici (cosa teoricamente avvenuta nel 1992 col trattato di Maastricht).
Unione economica
Avete mai provato a mettere una mela marcia dentro a un cesto di mele buone? Succede, ve lo dico io, che anche le mele buone diventeranno marce. Questo è quello che è accaduto affiancando paesi di medio e basso sviluppo a quelli che in effetti godevano di un’economia stabile. All’inizio gli Stati erano 8,oggi 28; nel quale confluiscono nazioni che a mala pena godono dei diritti civili primari (Romania, Repubblica Ceca ad esempio)
L’altro giorno, guardando una vecchia enciclopedia Rizzoli che ho in casa, edita intorno agli anni ottanta alla voce Italia c’é così scritto: “Nazione europea, quarta tra le potenze economiche mondiali”. Negli stessi anni, a onor di memoria, una nazione come la “magnificente”Germania si inventava un bel muro per dividere la nazione, come se si trattasse di una bega condominiale. Un muro di cemento a Berlino. La stessa Germania che non ha ancora finito di pagare i risarcimenti della seconda Grande Guerra e ci tiene stretti per i “paesi bassi”.
Unità politica
E’ da più di 13 anni che ai piani alti di Bruxelles si discute di una Costituzione Europea, ovvero di un nucleo unico di norme applicabili indistintamente in tutte le nazioni dell’Unione. Diritti umani, basilari, quelli attinenti alla dignità umana, affari chiari a qualsiasi società civile moderna.
Leggi uguali per 28 paesi diversi. Una follia. Il motivo per cui non siano riusciti ancora a venirne a capo è abbastanza ovvio. Pensate ad una famiglia con dei figli, pensate di metterli d’accordo sul dove andare in vacanza. Ecco, ora immaginate cosa accade ai singoli Stati con una forma di governo propria, un’identità, un proprio percorso secolare socio-culturale quando gli si chiede di cedere parti di sé per un compromesso legislativo. Il dominio riservato , la famosa domestic jurisdiction, può essere oggetto di trattativa? Forse sì, a vantaggio di enormi interessi economici e di un benessere generale tale da sovrastare qualsiasi altra perdita, come dire “piangere con un occhio”. Una nazione con PIL rasoterra, messo che il PIL sia rappresentativo della ricchezza reale di un paese, per chi? A nome di cosa? Dei vantaggi di chi?
Poi arriviamo in Italia le cui problematiche non sono solo nazionali, ma soprattutto regionali, tra Nord e Sud, è uno Stato a due velocità; figuriamoci quando un’economia come questa viene inserita nel marasma di altri 27 paesi che a loro volta hanno situazioni economicamente diverse all’interno dei propri confini nazionali.
Pensare di cavare il ragno fuori dal buco con queste premesse è fantascienza. Uscire dall’Euro, al di là di quanto rode alla BCE, non è un’idea assolutamente priva di fondamenta. I primi periodi sarebbero certamente di crisi, ma come in tutti i cicli economici, ad un periodo di depressione succede un altro di boom economico. Rischiare o scavare il fondo? Di questo passo possiamo solo parlare di nEuro-zona: o affonda tutta la nave o si salvi chi può.
“Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi”.
Albert Einstein
venerdì 22 novembre 2013
Peppa Pig ultima puntata...
Peppa Pig, in italiano Giuseppa Maiala, o Giuseppina la Porca, è un cartone animato che è molto in voga tra gli infanti del momento.
Io che sono cresciuta a pane, Candy e Ken il Guerriero non ce la posso fare. Per poi non parlare di quella gran zoccola di Violetta acqua e sapone, che si fa truccare per sei ore prima d'ogni puntata. Come se non bastassero le puntate, adesso le vetrine di tutti i negozi ti propinano oggetti, vestiti, tendaggi, contenitori con la simpatica effige del maiale rosa. D'altronde è lo specchio di questa società piena di suini ambulanti. Cosa ci insegna questa serie animata? Che bisogna grugnire, grugnire, grugnire!
Indi per cui, mi aspetto un finale d'onore...e magari mi compro maglietta, piumone e serie completa in lingua originale. Oink.
mercoledì 20 novembre 2013
Chi ce l'ha più lungo? Te lo dice la mappa.
Adoro la statistica, come l'olio di ricino a colazione.
Esistono mappe e mappine per tutto, compilate a dovere; pare che ci sia gente che non faccia altro nella vita, o che lo faccia per mestiere.
Tra tutti i censimenti questo è in assoluto quello più interessante, ovvero quello che ha dato vita alla carta "penegrafica". Che sia vero o meno poco importa, il punto è: ma chi si è occupato della verifica?Un esercito di telefoniste spregiudicate? Oppure munite di righello si sono recate nelle singole case a fare "rilievi" tipo carotaggi dell'ANAS?
Una nota positiva però c'è: adesso so dove si trova il Molise.
Esistono mappe e mappine per tutto, compilate a dovere; pare che ci sia gente che non faccia altro nella vita, o che lo faccia per mestiere.
Tra tutti i censimenti questo è in assoluto quello più interessante, ovvero quello che ha dato vita alla carta "penegrafica". Che sia vero o meno poco importa, il punto è: ma chi si è occupato della verifica?Un esercito di telefoniste spregiudicate? Oppure munite di righello si sono recate nelle singole case a fare "rilievi" tipo carotaggi dell'ANAS?
Una nota positiva però c'è: adesso so dove si trova il Molise.
martedì 19 novembre 2013
Odore di santità
Il passaggio di Padre Pio lascia profumo di fiori.
A casa mia allora o c'è stato Satana o il broccolo non era fresco.
domenica 17 novembre 2013
3 milioni di Euro all'Italia per studiare i neutrini...
"Il Consiglio Europeo della Ricerca (Erc) ha assegnato un finanziamento di 3 milioni di euro al progetto di ricerca italiano Holmes, che punta a studiare la massa dei neutrini per comprendere meglio l'evoluzione dell'universo. Il progettos arà coordinato dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e dall'Università di Milano-Bicocca.Misurare la massa del neutrino significa anche capire come sta evolvendo l'universo e quindi comprendere tutto quello che ci circonda"
Io che i neutrini me li sono sempre immaginati come degli animaletti metà bambini e metà sofficini Findus.
Già due anni fa la Gelmini la sparò grossa dicendo che l'Italia aveva contribuito con 45 milioni di Euro per un tunnel che dal Gran Sasso portava i neutrini al Cern di Ginevra, alla velocità più veloce della luce. Chissà se i fari gli funzionavano. Ma a noi Italiani ci piace credere alle favole.
Tre milioni di Euro, per i neutrini.
Tre milioni di Euro per comprendere l'evoluzione dell'universo.
Tre milioni di Euro per capire una cosa di cui non ce ne frega un cazzo.
Io che i neutrini me li sono sempre immaginati come degli animaletti metà bambini e metà sofficini Findus.
Già due anni fa la Gelmini la sparò grossa dicendo che l'Italia aveva contribuito con 45 milioni di Euro per un tunnel che dal Gran Sasso portava i neutrini al Cern di Ginevra, alla velocità più veloce della luce. Chissà se i fari gli funzionavano. Ma a noi Italiani ci piace credere alle favole.
Tre milioni di Euro, per i neutrini.
Tre milioni di Euro per comprendere l'evoluzione dell'universo.
Tre milioni di Euro per capire una cosa di cui non ce ne frega un cazzo.
venerdì 15 novembre 2013
Eutanasia a domicilio.Come far morire qualcuno in agonia tra storia e superstizione
"Togli quelle forbici che hai poggiato sul letto", mi dice mia madre.
"Mamma, dai, ora le tolgo"
"Ti ho detto di toglierle perchè non si fa"
"Smettila con la superstizione tanto non ci credo a queste cose"
"Fai come vuoi, le forbici si mettono sul letto di chi è in agonia per farlo morire prima"
"MAMMMAAAAAAAAAA"
Ok. Ora le forbici sono sul tavolo.
Mi racconta che nelle tradizioni horror siciliane, di cui lei è un'esperta conoscitrice, si usava mettere un paio di forbici sotto il cuscino di chi fosse sul punto di morte, in agonia per l'appunto, per acceleragli la dipartita.
Insomma, roba da raccontarla ai bambini prima di andare a dormire.
Mi ha fatto venire in mente una cosa che avevo letto tempo fa su un' usanza della Sardegna.
In sostanza quando una persona stava per morire e tardava, e quindi i parenti già s'erano stufati di pregare le litanie intorno al capezzale del defunto prossimo, chiamavano la così detta "Femmina accabradora" (letteralmente : colei che finisce), una sorta di eutanasia a domicilio.
Si trattava di una donna che uccideva persone anziane che non doveva essere retribuita dai parenti dell'anziano poiché il pagare per dare la morte era contrario ai dettami religiosi e della superstizione.
Le pratiche di uccisione utilizzate dalla femmina accabadora erano diverse: si dice che entrasse nella stanza del morente vestita di nero e con il volto coperto, e che lo uccidesse tramite soffocamento con un cuscino, oppure colpendolo sulla fronte tramite un bastone d'olivo (su mazzolu) o dietro la nuca con un colpo secco, o ancora strangolandolo ponendo il collo tra le sue gambe. Lo strumento più utilizzato, del quale si trovano ancor oggi dei reperti, consisteva in una sorta di martello di legno ottenuto da un ramo. Altri parlano anche di un piccolo giogo in miniatura. Gli venivano tolti poi dalla stanza tutte le suppellettili sacre appartenenti al de cuius così da favorirgli il distacco dell'anima. Non stupisce, in oltre, che a rivestire questo ruolo erano vedove o zitelle acide senza pietà.
"Mamma, dai, ora le tolgo"
"Ti ho detto di toglierle perchè non si fa"
"Smettila con la superstizione tanto non ci credo a queste cose"
"Fai come vuoi, le forbici si mettono sul letto di chi è in agonia per farlo morire prima"
"MAMMMAAAAAAAAAA"
Ok. Ora le forbici sono sul tavolo.
Mi racconta che nelle tradizioni horror siciliane, di cui lei è un'esperta conoscitrice, si usava mettere un paio di forbici sotto il cuscino di chi fosse sul punto di morte, in agonia per l'appunto, per acceleragli la dipartita.
Insomma, roba da raccontarla ai bambini prima di andare a dormire.
Mi ha fatto venire in mente una cosa che avevo letto tempo fa su un' usanza della Sardegna.
In sostanza quando una persona stava per morire e tardava, e quindi i parenti già s'erano stufati di pregare le litanie intorno al capezzale del defunto prossimo, chiamavano la così detta "Femmina accabradora" (letteralmente : colei che finisce), una sorta di eutanasia a domicilio.
Si trattava di una donna che uccideva persone anziane che non doveva essere retribuita dai parenti dell'anziano poiché il pagare per dare la morte era contrario ai dettami religiosi e della superstizione.
Le pratiche di uccisione utilizzate dalla femmina accabadora erano diverse: si dice che entrasse nella stanza del morente vestita di nero e con il volto coperto, e che lo uccidesse tramite soffocamento con un cuscino, oppure colpendolo sulla fronte tramite un bastone d'olivo (su mazzolu) o dietro la nuca con un colpo secco, o ancora strangolandolo ponendo il collo tra le sue gambe. Lo strumento più utilizzato, del quale si trovano ancor oggi dei reperti, consisteva in una sorta di martello di legno ottenuto da un ramo. Altri parlano anche di un piccolo giogo in miniatura. Gli venivano tolti poi dalla stanza tutte le suppellettili sacre appartenenti al de cuius così da favorirgli il distacco dell'anima. Non stupisce, in oltre, che a rivestire questo ruolo erano vedove o zitelle acide senza pietà.
Sono tradizioni di origine ellenica che nelle forme meno cruente si sono sviluppata sotto forma di coro funebre tra pianti e lamenti di quelle che noi in Sicilia conosciamo come prefiche, le donne che a pagamento piangevano al corteo funebre. Più prefiche c'erano, più il morto era stimato.
Insomma, la Grecia ci ha lasciato anche questo in eredità, anche il buttare da una rupe storpi e anziani.
Un ultima cosa dell'Accabadora: il suo, non era considerato il gesto di un'assassina ma era visto dalla comunità come un gesto amorevole e pietoso di chi aiuta il destino a compiersi. Il suo atto è la fine benevola di una vita diventata troppo sofferente; lei è considerata l'ultima madre. Tutto chiaro? Quasi quasi rivaluto la Franzoni.
giovedì 14 novembre 2013
domenica 10 novembre 2013
sabato 9 novembre 2013
Uomini che si rifanno le sopracciglia
Davanti al centro estetico con stupore leggo il listino prezzi suddiviso in categorie e alla voce “ceretta uomo” non solo trovo “depilazione sopracciglia”, ma anche “perfezionamento sopracciglia”.
D’accordo, prendersi cura di sé non è mica reato, però avere un fidanzato che “scusa tesoro ma ho l’appuntamento con l’estetista” , a meno che non voglia farmi cornuta, mi lascia perplessa. Cari uomini chiedete consiglio alla nonna, prima di procedere con deforestazioni inutili, ne guadagnerete in credibilità di ruoli.
Vada per il monociglio alla Elio de le Storie Tese, ma l’arcata ad ali di gabbiano no. Questo non lo posso sopportare.
Artista di fame internazionale
Due fuori dal bar:
"Complimenti per la trasmissione di ieri! L'ho vista alla televisione!"
"Interessante, poi se era Chi l'Ha Visto o Quarto Grado, ancora meglio", mi intrometto.
Attimo di silenzio.
Questa volta l'ho pensato e l'ho pure detto. Rideva pure il cane. Tranne l'artista di fame internazionale, chissà perché.
"Complimenti per la trasmissione di ieri! L'ho vista alla televisione!"
"Interessante, poi se era Chi l'Ha Visto o Quarto Grado, ancora meglio", mi intrometto.
Attimo di silenzio.
Questa volta l'ho pensato e l'ho pure detto. Rideva pure il cane. Tranne l'artista di fame internazionale, chissà perché.
venerdì 8 novembre 2013
Sesso: 5 cose schifose degli uomini che le donne sopportano
Secondo uno studio olandese dell’università di Vattelapesca , le donne quando sono eccitate soprassederebbero serenamente a delle abitudini poco signorili degli uomini. Cose del tipo scaccolarsi, guardare la finale di Champions…
L’esperimento si è svolto su 90 donne divise in 3 gruppi. Un gruppo è stato sottoposto a stimoli di tipo erotico, un altro a stimoli anti-sesso ed un terzo gruppo, di controllo, sottoposto a stimoli neutri. Ad alcune di loro è poi stato chiesto di superare delle piccole prove di disgusto del tipo: bere da una tazza nel cui fondo c’era un insetto di mezzo chilo; ad altre invece è stato indicato di compiere atti di tipo “erotico” come lubrificare un vibratore dinnanzi ad una folta platea.
Da tutto questo gran lavoro è risultato che le donne sottoposte a stimoli erotici erano più tranquille nello svolgere le piccole imprese disgustose.
Sulla base di questa ricerca intelligente, un altro genio del pastificio ha compilato una lista si atteggiamenti e modi di fare che in linea di massima darebbero fastidio, ma che nell’ambito di un rapporto sessuale non creerebbero alcuna variabile. Questi comportamenti sarebbero:
- Ruttare. Un rutto a letto non sarebbe cosa grave se fatto tra le lenzuola. Che ne dite? “Amore vengo” “Brooaar”. Fine, davvero.
- Scoreggiare. Secondo molte donne un peto “non sarebbe poi un gran problema” . Vero, d’altronde si sa, che le donne sono delle crocerossine nate; magari si tratta di qualche riminiscenza delle camere a gas.
- Peluria. Molte donne sembrano non amare particolarmente gli uomini villosi, ma potrebbero soprassedere all’effetto zerbino.
- Alito cattivo. Mangiare un cimitero non dovrebbe essere un problema per alcune. D’altronde c’è chi va e chi viene… un bel “ti amo” al sapor di bagna cauda non ha mai ucciso nessuno… Desiderio a parte.
- Dulcis in fundus, e che fundus, le donne sembrerebbero soprassedere anche alla vista di una “strisciata” sulle mutande. Non stiamo parlando di pedonali è ovvio. A quanto pare nel momento in cui l’uomo si toglie gli slip, la donna non connette più tanto da ignorare il fattaccio e andare avanti come nulla fosse, anche se le mutande del partner sembrano un quadro di Picasso nel suo periodo di merda.
Non c’è che dire, questi olandesi ne sanno una più del diavolo, quasi quasi mi trasferisco. In Australia però.
giovedì 7 novembre 2013
Prete bestemmia al megafono durante la processione. Epic Win
E chissà su cosa ha inciampato, mi chiedo, visto che Don Aldo, parroco di lungo corso di Figline Valdarno, in provincia di Firenze,durante una funzione ha pensato bene di bestemmiare per concludere in bellezza.
La notizia già sentita, ma a quanto pare, stando alle fonti, il motivo dell’ eccesso d’ira sarebbe stato un inghippo in processione. Mentre tutti, il pio popolo a seguito del parroco e della banda marciante, assorti nella crisi mistica da mal di piedi, sentono Don Aldo pronunciare una frase che nemmeno la bambina dell’esorcista avrebbe pronunciato. Cammina, inciampa sull’ asfalto e parte con l’invettiva verso il padre eterno dandogli del suino. Niente di grave, se non fosse per il piccolo particolare che brandiva il megafono davanti a sè.
I fedeli impressionati, in un primo momento, hanno fatto finta di nulla proseguendo nel cammino, poi si sa come vanno queste cose e di bocca in bocca il fatto è arrivato alle orecchie della Curia che vuole scomunicarlo per direttissima.
Sembra una notizia di Lercio et similia, e invece è tutta la verità nient’altro che la verità, come i cerchi nel grano. Un peccato esserselo perso, solo per il gusto di vedere le espressioni delle vecchie zie del corteo. Io lo perdonerei, in fondo se l’ha fatto è perché ci crede veramente, un po’ come quando è colpa di Berlusconi e piove governo ladro. Fosse accaduto a Palermo sarebbero partiti gli applausi.
Tuttavia ,per concludere, mi viene in mente una barzelletta di qualche anno fa che recitava così:
Un sardo chiede al sindaco:
“Signor Sindaco, posso chiamare mio figlio Dio?”
“Certo, faccia pure signor Porcu”
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