giovedì 9 febbraio 2023

Lettera a me stessa

Ciao bimba, ho deciso di scriverti una lettera, ogni volta che penso a te mi viene da piangere e lo so bene il perché.  Sai, l' Agenzia delle Entrate mi conosce. È una bella sensazione venire ricordata quando mi dimentico delle scadenze. Poi sai, non piaccio proprio a tutti, ma va bene così, perché se fossi voluta piacere a tutti sarei nata pizza. Il tuo futuro? Una premessa: tutto quello faccio lo faccio per non farmi pignorare il quinto dello stipendio. Ma c’è una cosa che mi fa stare male in qualunque fase della mia vita, che mi accompagna ogni mattino dal gabinetto fino a dove lavoro. È un pensiero fisso nella mia testa: non sentirmi abbastanza dall'orecchio destro.  Cominciamo piccola Arianna, parliamo della tua vita. Crescendo avrai tanti momenti di felicità, ma anche alcuni tristi e sai cosa ho imparato? Che Babbo Natale vuole più bene ai bambini ricchi e che se nasci a Milano centro il tuo futuro lavorativo è più facile. Vivi quei momenti con tutta te stessa, piangi, arrabbiati, urla se devi, tanto non cambierà un ca*zo, ma almeno ti risparmi l'ulcera gastrica.  Un amico un giorno mi ha detto: "nessuno fa più la fila alle poste, scarica l'app, prenotati, affronta la vera sfida e di' al vecchietto davanti alla porta "ho l'appuntamento devo entrare".  Se sopravviverai, raccontaci la tua testimonianza. 
Sai? Ho un bambino bellissimo adesso, è stato meraviglioso non dormire per tre anni interi, raccogliere vomito e staccare, ancora oggi che ha sei anni, reperti di pasta stelline putrefatta appiccicata tra il muro e  il divano del salotto. Adoro pestare i lego a piedi nudi,  al mattino uscire di casa con le ciabatte per la fretta, urlare nel traffico davanti a lui che ripete soddisfatto le parolacce prima di scaricarlo davanti a scuola e correre a lavoro sfidando le leggi della fisica. Li senti tutti questi spifferi di sentimenti? È l'infisso rotto e se non ti metti la maglia della salute e mostri il tuo corpo ti viene la polmonite. Se  te la metti, invece, sembri una barbona.  Essere una donna non vuol dire avere solo una minigonna. 
Piccola Arianna,  le senti tutte queste emozioni? 
Ti vorrei abbracciare, ma non posso ho la cervicale.


Nessun commento:

Posta un commento