Oggi in Sicilia non è il 13 Dicembre, non è nemmeno Santa Lucia, è l'arancina-day, un blackfriday alimentare in cui puoi fare grossi affari al prontosoccorso.
Il motivo per cui si mangiano le arancine risale alla tradizione di non consumare, in questo sacro giorno, alimenti che contengano derivati del grano, come la farina o la pasta.
Si tratta di una specie di fioretto per ringraziare la santa per averci salvato, inviandoci per mare un bastimento carico di grano, dalla carestia del 1646.
Lucia, protettrice della vista, diventò santa per essersi opposta in nome di Dio al tiranno pagano e pertanto le furono cavati gli occhi dopo essere stata decapitata dopo una lunga persecuzione.
Per questo valido motivo a Palermo comprare il pane il 13 dicembre è reato. Tanti panifici si convertono in friggitorie per un giorno, molti addirittura nemmeno aprono: "chiuso per Santa Lucia". Si frigge talmente tanto che viene pure allertata l'ARPA per i controlli sulla qualità dell'aria. Praticamente si respira olio.
Noi siciliani abbiamo un talento naturale per trovare occasioni in cui abbuffarci fino al coma, tant'è che le feste comandate oramai hanno raggiunto livelli da rave, allucinazioni comprese a fine pasto.
A casa con mia madre questo giorno è sempre stato un incubo: è lei che si occupa di fare arancine per tutta la dinastia, nonchè per il condominio, e se è il caso anche per chi passa per caso da casa sua in questo friggi-day: -"La vuoi un arancina?", come It e dopo averti offerto il caffè.
Naturalmente sei costretto ad accettare e devi dire che sono le migliori mai mangiate, e in effetti lo sono. Vige una sorta di dittatura del riso fritto a cui non puoi scampare.
L'anno scorso mi ha chiamata il 13 per farmi gli auguri e contemporaneamente per manifestare tutto il suo disprezzo nell' aver visto su Istagram una foto in cui addentavo una brioches.
-"Che schifo, come fai a mangiare il pane il giorno di Santa Lucia?"
Ho dovuto dirle che la foto era del giorno prima.
Quando ero piccola ricordo che l'idea di non poter mangiare la pasta, o le brioscine, mi ossessionava. Non riuscivo proprio a farmene una ragione. Ricordo come fosse ieri, ma poteva essere l'89, che una volta mentre la aiutavo, mio malgrado, a panare la centocinquantesima palla di riso, cominciai a chiederle insistentemente e con tutto l'accanimento di cui solo i bambini sono capaci: "Perchè? Perchè mamma, perché, perché ma', non posso mangiare il pane e nemmeno il pancarrè e nemmeno la girella perché ma'? Nemmeno il soldo del soldino? PER-CHé?". E lei, che impertubarbile, senza nemmeno voltarsi e con le mani nel ragú, mi rispose: - "Perché se non mangi le arancine, diventi cieca come Santa Lucia".
L'immagine dei miei occhi strappati e serviti sul piattino d'argento turbò il mio sonno per molti anni.
Ciò che ne dedussi fu che per i cattolici la cecità era una fissazione e che più mangiavo arancine meglio avrei visto, un po' come per le carote. E in effetti, a dirla tutta, ci vedo benissimo.
Mi fai scassare ..... n1
RispondiEliminaGrazie!
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