Ci risiamo. Ancora una volta verso lacrime di coccodrillo dopo aver cannibalizzato un'intera tavoletta
di cioccolato al caramello taglia King Size Plus di una prestigiosa marca Lidl.
Questa volta il bruciore di stomaco è troppo forte, apro l'armadietto dei farmaci e butto giù tutto quello che vedo: Riopan, Geffer, Brioschi, Gaviscon, Malox, ma niente da fare, ci vogliono i pompieri.
Incredibile come non mi passi tutto istantaneamente, son trascorsi già 30 minuti e ancora ho la sensazione di aver ingoiato il geyser di Yellowstone.
Comincio a ipotizzare tutta una serie di tragedie imminenti tra le quali chiamare un'ambulanza e fare testamento. Ripasso la mia anamnesi familiare per cercare qualche antenato con problemi di stomaco, deve esserci necessariamente una causa genetica. Forse sarebbe meglio aspettare il giorno successivo per chiamare il medico e razionalizzare. Ma nel frattempo?
Nel frattempo faccio quello che non bisogna fare mai: cercare su Google i sintomi.
Inserisco i miei nella barra di ricerca et voilà: in 0.3 secondi, migliaia di pagine che incontrovertibilmente permettono di autodiagnosticarmi il morbo di Crohn, la rettocolite ulcerosa o forse la pangastrite (che sarebbe un buon nome per una crema al cioccolato e 'nduja).
Ma ora che ci penso "morbo di Crohn" fu anche la diagnosi di una mia precedente ricerca sulle verruche, ma anche di una ricerca sulla ricetta dello strudel. Ok, lascio stare Google.
Domani chiamo il Dottore, ma intanto potrei cercare se c'è qualche innocuo consiglio per attenuare il fastidio. Cerco rimedi della nonna e mi viene in mente la mia, per lei tutto passava con l'alloro: dal mal di stomaco al fuoco di Sant'Antonio.
-"Nonna mi sono tagliata un dito"-"Tiè, beviti un po' di acqua calda con l'alloro e spremici il limone che disinfetta".
Secondo altre scuole di pensiero di altre latitudini- la bisnonna del marito- la panacea, il rimedio universale per ogni male è il Fernet Branca, meglio se appena scaldato sulla stufa.
Del resto quando è coinvolto lo stomaco, i siti suggeriti da Google raccomandano diete disintossicanti al limite dell' impossibile. Cibi vietati, cibi consentiti e tra questi ultimi non è contemplato il mezzo chilo di cioccolato industriale che ho divorato. "Assolutamente vietato bere il caffè", ogni volta che lo leggo mi sembra impossibile e allora comincio a fare recherche proustiane su siti improponibili, che si occupano di divulgazione scientifica, tipo quelli che contemplano gli studi della famosa università di Minsk, dove io possa leggere che non c'è correlazione tra consumo di caffè e problemi gastrici, praticamente mi comporto come un no vax. Alla fine trovo consigli su tisane a base di rizomi di astragalo, cataplasmi di zenzero e prodotti che milioni di americani stanno già usando.
Queste mie indagini aprono voragini grottesche su argomenti come l'omeopatia, la psicomedicina, medicine allopatiche del tipo "curare l'otite eliminando vostra suocera". Alla fine non mi ricordo più nemmeno cosa stavo cercando. Non imitatemi, anche se ho il vago sentore di non essere un caso isolato.
Tuttavia non vi dirò di non farlo, non vi dirò di smettere di googolare sintomi che vi condurranno a morte eventuale: è la regola dell’elefante bianco se dite a qualcuno di non pensare a un elefante bianco, quello penserà immediatamente a un elefante bianco. E se lo fate, state attenti perchè come diceva Mark Twain: "Fai attenzione quando leggi libri di medicina. Potresti morire di un errore di stampa".
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