Ogni volta che sento qualcuno lamentarsi di Halloween perché "troppo macabro" mi viene in mente quando in prima elementare le suore ci portavano ogni venerdì nella cappella della scuola a recitare l'eterno riposo davanti ad un crocifisso alto due metri con tanto di Gesù in scala 1:1. Gran parte delle volte rimanevo con la bocca cucita, e paralizzata dall'ansia, mi rifiutavo di pregare con grande disappunto di Suor Antonina, la madre superiora, che mi suggeriva stizzita talvolta un "dona loro Signore", talvolta uno "splenda ad essi la luce perpetua". Poi puntualmente spiegava ad alta voce come questa preghiera fosse impertante per i defunti eperchè gli avrebbe concesso di arrivare prima in Paradiso, una sorta di alta velocità per anime senza gps alimentata da lamenti di bambini. Intanto fissavo il crocifisso e nella mia testa mi figuravo parenti morti che per colpa mia sarebbero stati destinati a vagare per l'eternità nella quarta dimensione, come zombie invisibili pronti ad apparirmi all'improvviso in qualsiasi momento della giornata, specialmente mentre mi trovavo a giocare da sola con la mia Barbie magia delle feste.
La scuola ha chiuso definitivamente tre anni fa, con buona pace di Suor Antonina, che spero non vaghi anche lei nella quarta dimensione.