domenica 1 novembre 2020

Nessun posto è sicuro come casa di mia zia


Ci sono solo due modi per evitare il contagio da Covid: uno è murarsi vivi come la Monaca di Monza, l'altro è trasferirsi a Palermo, a casa di mia zia Anna.

Casa di zia Anna ha un livello di biosicurezza 5. 

Per "biosicurezza" si intende l’insieme delle misure, delle politiche e delle procedure utili a ridurre al minimo i rischi potenziali per l’ambiente e la salute umana, causati da agenti patogeni e biologici pericolosi in un ambiente chiuso, tipo la classica famiglia siciliana.
Nel 2006, sono stati definiti dal Centers for Disease Control and Prevention, 4 livelli di sicurezza biologica, identificati con la sigla BSL derivante dall'inglese biological safety levels (livello di sicurezza biologico).  Pertanto, più è alto il numero, più è garantito che nessun agente patogeno sfugga dal laboratorio e quindi sia un rischio per l'essere umano. 
Vi sono quindi i livelli da BSL1 fino a BSL4 e infine il BSL aunt Anne (zia Anna). 

Palermo, quindi come il deserto del Gabon, ospita una delle strutture più d'avanguardia del mondo per quanto riguarda sicurezza, decontaminazione degli ambienti, igiene e controllo sui microbi (li conosce tutti per nome e cognome).

Innanzi tutto per entrare a casa si Zia Anna, devi essere autorizzato. Se possibile devi avvisare un paio di giorni prima per permettere la decontaminazione dello zerbino, del pavimento, dei vetri e dei lampadari, nonché della frutta di plastica esposta sul tavolo della cucina. L'appartamento brilla di luce ultravioletta , dall'odore vi sembrerà di entrare nel capannone industriale della  Henkel.

Una volta ottenuto il permesso, gli ospiti vengono ricevuti in una parte comune dell'edificio: la cucina. Se siete fortunati troverete zia Anna in grembiule di decontaminazione, intenta a lavare sotto l'acqua i piselli Findus appena tirati fuori dal pacchetto sigillato.

- “Zia, ma che fai? Lavi i piselli? Ma li hai appena tirati fuori dalla confezione...”
- “Non mi interessa, io mi  schifìo

Durante la visita noterete anche che le melanzane poggiate sul piano della cucina hanno un irrealistico aspetto lucido e che durante tutto il tempo della chiacchierata vi ritroverete in apnea nel tentativo di occupare il minor spazio possibile, tenendo sollevati i piedi dal pavimento, perché lei non le lava le piastrelle, le bonifica. Un'autoclave in carne ed ossa.

-“Lo vuoi un caffè?”
-“No grazie, zia l'ho preso appena prima di arrivare”
-“Va' bene, metto su la caffettiera piccola, quella da sei”

Ogni volta che poggerete la tazzina mentre sorseggerete il vostro caffè, zia Anna, detta la Vileda più veloce del west, passerà la mappina per rimuovere l'inclemente cerchietto marrone sulla cerata. Una volta fui tentata di mettermi la tazzina in borsa pur di non appoggiarla sul tavolo immacolato.

Ogni tanto quando ci guardava, me o i miei fratelli, avevo la sensazione che da un momento all'altro ci potesse dire: “Sapete, è che vi vedo più come batteri che come nipoti”.
Quando toccavamo qualcosa non ci uccideva solo per non sporcare.

Persino mia madre in soggezione, che nemmeno lei scherza in quanto a manie di igiene, quando sapeva che la Zia sarebbe venuta a farci visita spolverava anche mio padre, fermo immobile sulla poltrona.
Di questi tempi, zia Anna, sarebbe un' integerrima ispettrice del comitato tecnico scientifico a cui affidare i controlli HCCP per i Covid Hotel, un consulente perfetto sull'asetticità dei luoghi. Quasi la nominerei Ministro alla Sanificazione, perchè come nel Mago di Oz: nessun posto è sicuro come casa di mia zia.















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