sabato 19 luglio 2014

Borsellino, il giudice del risveglio

Il 19 Luglio di ventidue anni fa ero sul letto della mia cameretta verde a giocar con le bambole. Avevo otto anni e in quel periodo Palermo era blindata, ma la giovane età non mi permetteva di comprenderne il motivo. Militari ad ogni angolo di strada, macchine della polizia dislocate a presidio delle abitazioni dei magistrati.  Io avevo sempre otto anni e non capivo nemmeno quale fosse il significato della parola "Mafia",sineddoche di Al Capone, tuttalpiù. Vietato parlarne. Poi nel pomeriggio del diciannove sette novantadue: il botto. Un boato, un petardo troppo forte per essere solo un petardo. In linea d'aria, casa mia era distante da via d' Amelio circa 3 km. Tremarono i vetri degli infissi, i miei genitori si guardarono inderdetti negli occhi come a dirsi ' forse e caduto giù il palazzo di fronte'. La televisione già dopo mezz'ora trasmetteva a reti unificate "È stato assassinato il giudice Paolo Borsellino, vittima di un attentato mentre era in visita alla madre". 
Quel giorno non esplose solo la Fiat 127 piena di tritolo, è scoppiato il vaso  di Pandora dell'antimafia.
Da quel giorno la mafia è una montagna di merda.
Per tutte le coscienze assopite, risvegliate a suon di polvere da sparo.


"Almeno, l'opinione pubblica deve sapere e conoscere. Il pool deve morire davanti a tutti"

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