lunedì 11 febbraio 2013

Dentista? No, grazie. Meglio una martellata

Il bambino di 8 anni che è accanto a me parla in continuazione. Mi fa domande a mitraglietta. Decido di fargliene una io:“Di che segno sei?“
“Non lo so, devo chiedere alla mamma“
“No, non ti preoccupare dimmi quando sei nato.“
“Il 21 giugno“
“Allora sei del gemelli“
“No, forse no, sono del cavallo anche perché sono figlio unico“



Il rumore del trapano é il compagno dei miei migliori incubi. L‘odontoiatra é lo specialista che in assoluto mi fa venire la nausea, preferirei farmi una gastroscopia piuttosto che farmi tirare un dente. L‘anestesia non mi fa effetto; ce ne vorrebbe una totale per cavalli, così magari evito pure quell'espressione da demente quando hai mezzo lato della faccia paralizzato e  per come parli sembri Super Slot de "i Goonies".
La sala d‘aspetto é sempre piena di soggetti disturbati. Io che dovrei piazzarmi un impianto nella gengiva, comincio a fare silenzioso training autogeno: non fa male non fa male.
Tutto bene fin quando l‘ anziana signora seduta accanto a me: “signorì - la vecchina apre la bocca-che c‘ho l‘ ANGA- dente o mandibola for not sicilian student- che mi sta cadendo mi devo tirare la radice?“.
Voglio morire.La signora ha la seconda guerra mondiale in bocca. Mi vien voglia di scappare come quella volta che giocavo con la sedia elettronica dell‘ambulatorio e il dottore mi beccò in piena imitazione da astronauta sul razzo... Five, four, three...



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