Cristiani in Iraq. Noi, togliamo pure il crocifisso dalle scuole.
giovedì 31 luglio 2014
mercoledì 30 luglio 2014
Il bluff del Piano Giovani della Regione Sicilia
Che bello, penso. Finalmente qualcosa per noi giovani fino ai 34 anni e trecentosessantaquattro giorni, che se sono trecentosessantacinque stai fresco, che ci consenta di accedere potenzialmente al mondo del lavoro. Cinquecento Euro lordi per sei mesi, se un'azienda dovesse assumerti.
Bene bene, mi iscrivo al sito apposito per il programma regionale e inserisco tutti i miei dati anagrafici, curricolari e le aspirazioni. Ecco fatto entro la scadenza: 31 Agosto 2014.
Adesso devo solo attendere che qualche azienda mi contatti. ┼
Troppo facile, infatti devo procurami un attestato di "disponibilità al lavoro" e un"patto di servizio" che mi verrà rilasciato dal prestigiosissimo Centro per l'Impiego che si trova sulla tangenziale della Città di Palermo.
E che ci vuole, è solo giorno 30, vado lì, prendo il turno, faccio la fila, mi iscrivo: che ci vuole. In un mondo perfetto, certo.
Mi reco quindi all'ufficio per nove del mattino e prendo il mio numeretto nel distributore di talloncini come quello del salumiere: P02. Guardo il display: "5".
"Scusi, chiedo ad una ragazza , ma che serie è quella del display?"
"A"
"Come sarebbe a dire la A?" strabuzzo gli occhi.
"Devi aspettare i 100 della A, poi del turno B e poi... fino alla P..."
La ragazza si mette a ridere rassegnata e mi comunica che lei è arrivata al Centro alle due del mattino precedente, solo per potersi iscrivere ad una lista faidate affissa all'ingresso. Nonostante la levataccia ha solo il numero 25, è dispiaciuta. Io provo solo disgusto.
Mi guardo intorno con occhi nuovi, vedo la gente morta.
Ci sono due sportelli attivi e i due Impiegati dell'Impiego di uno laureato all'università di Scienze del Ritardo Mentale, l'altra a cui minimo mancano 25 diottrie, ha la faccia completamente spalmata sul monitor del PC.
L'Ufficio termina le operazioni IMPROROGABILMENTE alle ore 13 , anche con presenza di pubblico in sala.
Mi guardo ancora una volta intorno, vedo giovani e giovanissimi che si affrettano perché sta per arrivare il loro turno , si affannano a tirar fuori i loro documenti con il viso mezzo addormentato e mezzo rassegnato. Mi si stringe quasi il cuore, mi veniva da dire, alla ragazza con le caccole negli occhi, vieni qui fatti abbracciare.
Sembra il centro per l'elemosina di un impiego. Se non hai questo certificato, addio possibilità di non essere disoccupato per metà dell'anno. Il mio interesse legittimo è violato, quello quanto meno di poter accedere alla selezione in modo pratico e immediato. Qualcuno tenta di vendermi il talloncino con una lettera e numero più basso del mio.
Sono già le dieci, il segna-turno espone un bel 7. Non ce la farò mai, vado via, ho perso già la mattina e la pazienza. La dignità no, non la perdo. Preferisco andare al mare, non voglio morire di burocrazia.
La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature.
Franklin Delano Roosevelt
PS. Mi hanno fatto presente che il patto di servizio è compilabile on-line dal 22 Luglio (ben una settimana prima della scadenza). Notizie che scopri per caso, non un comunicato, una notizia al tg regionale.
Mi sono immediatamente apprestata a collegarmi e a compilare il format. Mi risponderanno non appena possibile, appena la pratica verrà presa in carico.
Mea culpa, non mi sono informata bene, tuttavia il problema di fondo permane. Elemosina, burocrazia, non trasparenza, si salvi chi può.
PPS. Probabilmente dopo le critiche sollevate da qualcuno hanno fatto si che il termine per ultimare il tutto è stato prorogato fino al 5 agosto.
PPS. E' il 5 agosto, il sistema è in tilt da stamane all'alba e pure dalle agenzie stampa risultano concordati gli 800 tirocini previsti. Vedo la gente illusa.
martedì 29 luglio 2014
A Palermo anche la Madonna si inchina al boss
E mentre Alessando D'Ambrogio, padrino di Cosa Nostra, sconta il suo 41bis al carcere di Novara, a Palermo una processione di quartiere gli fa gli onori. Il carro delle Madonna del Carmine di Ballarò, trascinato da babbuini in gilet marrone nutria, viene sostato davanti all'impresa funebre del D'Ambrogio in segno di "rispetto".
Il dramma è che non è la prima volta.
L'intreccio tra religione e mafia , nella subcultura palermitana, rasenta le soglie del ridicolo. Se non fossimo consapevoli del grande cancro che è Cosa Nostra, ci sarebbe quasi da ridere.
"Figghiu, figghiu, pigghia u picciriddu e facci vasari a Maruonna, pi to' frati che è vittima dello Stato" (Figlio, prendi mio nipote, sollevalo fino alla statua e fagli baciare la Madonna affinchè chieda la grazia per tuo fratello che è vittima dello Stato)
Probabilmente per "vittima dello Stato" si intende un arresto in flagranza di reato per una partita di 300 Kg di cocaina provenienti dalla Colombia.
Gente che si strappa i capelli, donne gravide come zampogne per la sesta volta, in maglia Guess, che pregano per il marito in galera.
"Marunnuzza mia, diccelo tu al giudice che lo scarcera a mio marito", e magari il marito ha già sparato a due commercianti e squagliato il compare nel mister muscolo idraulico gel.
Le autorità ecclesiastiche devono vigilare, dice il procuratore.
E lo Stato, nel frattempo, partecipa alla processione.
sabato 19 luglio 2014
Borsellino, il giudice del risveglio
Il 19 Luglio di ventidue anni fa ero sul letto della mia cameretta verde a giocar con le bambole. Avevo otto anni e in quel periodo Palermo era blindata, ma la giovane età non mi permetteva di comprenderne il motivo. Militari ad ogni angolo di strada, macchine della polizia dislocate a presidio delle abitazioni dei magistrati. Io avevo sempre otto anni e non capivo nemmeno quale fosse il significato della parola "Mafia",sineddoche di Al Capone, tuttalpiù. Vietato parlarne. Poi nel pomeriggio del diciannove sette novantadue: il botto. Un boato, un petardo troppo forte per essere solo un petardo. In linea d'aria, casa mia era distante da via d' Amelio circa 3 km. Tremarono i vetri degli infissi, i miei genitori si guardarono inderdetti negli occhi come a dirsi ' forse e caduto giù il palazzo di fronte'. La televisione già dopo mezz'ora trasmetteva a reti unificate "È stato assassinato il giudice Paolo Borsellino, vittima di un attentato mentre era in visita alla madre".
Quel giorno non esplose solo la Fiat 127 piena di tritolo, è scoppiato il vaso di Pandora dell'antimafia.
Da quel giorno la mafia è una montagna di merda.
Per tutte le coscienze assopite, risvegliate a suon di polvere da sparo.
Quel giorno non esplose solo la Fiat 127 piena di tritolo, è scoppiato il vaso di Pandora dell'antimafia.
Da quel giorno la mafia è una montagna di merda.
Per tutte le coscienze assopite, risvegliate a suon di polvere da sparo.
"Almeno, l'opinione pubblica deve sapere e conoscere. Il pool deve morire davanti a tutti"
mercoledì 9 luglio 2014
Lo smemorato di Collegno era il latitante. Il DNA ha parlato
E quindi il test del DNA fatto dalla trasmissione Chi l' ha visto ci dice finalmente chi è lo smemorato di Collegno.
Il pronipote dello smemorato , che riceve il plico coi risultati dell'esame, suda freddo : non è come mi aspettavo, dice prossimo a una crisi isterica. In fondo il test l'aveva richiesto lui. Una tegola in testa. La genetista gli indica il punto in cui c'è scritto che il cromosoma y non coincide. Nella mente del pronipote un solo pensiero trasparente: "chi me l'ha fatto fare."
Per rinfrescare la memoria: un tizio viene rinchiuso in manicomio, il Corriere della Sera pubblica sul giornale la foto per il riconoscimento e spuntano due mogli a contenderselo. Una dice che si tratta del Professor Canella con il quale ha già un figlio, l'altra dice che è quel mascalzone del suo coniuge tipografo, latitante da 10 anni per truffe continue e reati di varia specie.
Processi, indagini e perizie: lo smemorato finisce in galera. Per il Giudice si tratta di Mario Bruneri, quel poco di buono che sta facendo impazzire la procura da anni. Tuttavia la signora Canella non demorde, insiste, se lo ripiglia pure dopo che esce di galera. Implora il giudice, gli dice: "Questo è mio marito NE SONO SICURA". Lo smemorato ci sta. Hanno altri figli, lei continua a non avere dubbi: è il suo amato marito che non lascerà solo nemmeno un secondo, neanche per andare in bagno. Non si sa mai, dovesse scivolare, batte la testa e gli torna la memoria di nuovo...
E vissero felici e contenti.
Poi dopo 80 anni, arriva una puntata di chi l'ha visto e come uno sciacquone porta via tutto il romanticismo di questa donna che ha combattuto le mille e una notte per riprendersi quello che lei ha reputato- o forse a conti fatti le è piaciuto e se l'è preso- suo marito fin dalla prima fotografia sul Corriere della Sera.
Il test genetico parla chiaro: lo smemorato era il latitante, il marito di quella che a suo tempo lo avrebbe voluto scannare come un vitello visto i guai che le aveva fatto passare.
Della serie: meglio in carcere che con la mia vera moglie: rifiuto l'offerta vado avanti avrà pensato lo smemorato.
Il pronipote dello smemorato , che riceve il plico coi risultati dell'esame, suda freddo : non è come mi aspettavo, dice prossimo a una crisi isterica. In fondo il test l'aveva richiesto lui. Una tegola in testa. La genetista gli indica il punto in cui c'è scritto che il cromosoma y non coincide. Nella mente del pronipote un solo pensiero trasparente: "chi me l'ha fatto fare."
Per rinfrescare la memoria: un tizio viene rinchiuso in manicomio, il Corriere della Sera pubblica sul giornale la foto per il riconoscimento e spuntano due mogli a contenderselo. Una dice che si tratta del Professor Canella con il quale ha già un figlio, l'altra dice che è quel mascalzone del suo coniuge tipografo, latitante da 10 anni per truffe continue e reati di varia specie.
Processi, indagini e perizie: lo smemorato finisce in galera. Per il Giudice si tratta di Mario Bruneri, quel poco di buono che sta facendo impazzire la procura da anni. Tuttavia la signora Canella non demorde, insiste, se lo ripiglia pure dopo che esce di galera. Implora il giudice, gli dice: "Questo è mio marito NE SONO SICURA". Lo smemorato ci sta. Hanno altri figli, lei continua a non avere dubbi: è il suo amato marito che non lascerà solo nemmeno un secondo, neanche per andare in bagno. Non si sa mai, dovesse scivolare, batte la testa e gli torna la memoria di nuovo...
E vissero felici e contenti.
Poi dopo 80 anni, arriva una puntata di chi l'ha visto e come uno sciacquone porta via tutto il romanticismo di questa donna che ha combattuto le mille e una notte per riprendersi quello che lei ha reputato- o forse a conti fatti le è piaciuto e se l'è preso- suo marito fin dalla prima fotografia sul Corriere della Sera.
Il test genetico parla chiaro: lo smemorato era il latitante, il marito di quella che a suo tempo lo avrebbe voluto scannare come un vitello visto i guai che le aveva fatto passare.
Della serie: meglio in carcere che con la mia vera moglie: rifiuto l'offerta vado avanti avrà pensato lo smemorato.
Il pronipote Canella quindi ingoia il rospo e tutto lo stagno, fingendo indifferenza mentre la vena frontale gli sta scoppiando in diretta.
" È SOLO UNA PROVA COME UN'ALTRA" , dice. D'altronde si sa, il DNA è un' opinione. Infatti, se per caso Brad Pitt dovesse perdere la memoria, è mio marito eh!
" È SOLO UNA PROVA COME UN'ALTRA" , dice. D'altronde si sa, il DNA è un' opinione. Infatti, se per caso Brad Pitt dovesse perdere la memoria, è mio marito eh!
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